Grida di fede, di gioia – 14 marzo


“ Bartimeo, cieco mendicante… si mise a gridare e a dire: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Gesù, fermatosi, disse: Chiamatelo. E chiamarono il cieco, dicendogli: Coraggio, alzati! Egli ti chiama.” (Marco 10:46-50)


Quante grida si odono! Grida di paura, di collera, di sofferenza, talvolta anche grida di gioia. Ma conosciamo noi il “grido della fede” rivolto a Dio che può e vuole salvare?

Forse, come Bartimeo il cieco che gridava chiedendo a Gesù di avere pietà di lui (Marco 10), molti cercheranno di farci tacere. Anzi, noi stessi possiamo cercare di soffocare questo grido, per orgoglio, per amor proprio o perché altri non vedano la nostra angoscia.

Ma se sono veramente cosciente di essere “perduto”, di trovarmi in pericolo e senza risorse, io grido: “O Dio, salvami!”. E questo grido non cade nel vuoto! Dio ci ama e ascolta la nostra preghiera. Dio risponde sempre al grido della fede. In ogni momento possiamo rivolgerci a Lui. Egli stesso ci invita a farlo: “Invocami, e io ti risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci” (Geremia 33:3).

Gesù non ha deluso Bartimeo. Si è fermato per parlargli e guarirlo. Questo è l’unico passo del vangelo di Marco in cui leggiamo che Gesù si è fermato. E Bartimeo, guarito dalla sua cecità, ha poi seguito Gesù. I suoi occhi ormai potevano vederlo, e il suo cuore si era attaccato a Lui.

“Beato il popolo che conosce il grido di gioia; esso cammina, o Signore, alla luce del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome” (Salmo 89:15-16).


Il Buon Seme 2012
Il Messaggero Cristiano
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Chi vorrà disporre il cuore per il Signore? – 10 marzo


“Li esortò tutti ad attenersi al Signore con cuore risoluto” (Atti 11:23)
“O Signore, … unisci il mio cuore al timor del tuo nome.” (Salmo 86:11)


In senso figurato, nella Bibbia il termine “cuore” indica la sede dei nostri affetti, dei nostri pensieri, dei nostri intenti. Ecco alcuni passi della Parola di Dio dove è citato il cuore:

Un cuore malvagio che dev’essere purificato. Riguardo agli uomini, Dio ha dovuto costatare “che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo” (Genesi 6:5). Ma, mediante la fede in Cristo, il cuore è purificato (Atti 15:9)
Un cuore nuovo che ci è dato da Dio quando accettiamo per fede la salvezza gratuita ch’Egli ci offre, quando diventiamo delle “nuove creature” (2 Corinzi 5:17)
Un cuore consacrato se decidiamo di seguire il Signore, di ubbidirgli, di servirlo. È un cuore dato interamente a Lui, secondo la sua richiesta: “Figlio mio, dammi il tuo cuore” (Proverbi 23:26)
Un cuore custodito. “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita”, ha scritto Salomone (Proverbi 4:23). Custodito per Dio, conservato per Lui, per la sua gloria.
Un cuore messo alla prova. Ecco una bella preghiera di Davide: “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova, e conosci i miei pensieri” (Salmo 139:23). Rivolgiamola anche noi al Signore!
Un cuore fiducioso in Dio. “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5-6)
Dio chiede ad ognuno di noi: “Chi disporrebbe il suo cuore ad avvicinarsi a me?” (Geremia 30:21).

Mettiamoci a sua disposizione!


Il Buon Seme 2012
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La vera conversione – 7 marzo


“Ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.” (2 Pietro 1:4)


Se abbiamo creduto al Signore, vale a dire se ci siamo “convertiti”, siamo sfuggiti alla corruzione che regna nel mondo; da quel momento diventiamo partecipi dei caratteri morali di Dio, e i nostri pensieri sono rinnovati (Romani 12:2, Efesini 4:23) perché vengono a trovarsi in una sfera assolutamente nuova. Chi non è passato attraverso la conversione non può realizzare questo cambiamento.

Quelli che avevano fatto professione di cristianesimo senza aver parte alla natura divina, ai quali accenna l’apostolo Pietro, erano “fuggiti” dalla corruzione del mondo grazie alla conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, ma erano stati nuovamente attratti da questa e vinti. La semplice conoscenza della morale cristiana produce una certa separazione dalle contaminazioni del mondo che però non può essere mantenuta a lungo perché non è il frutto di un reale rinnovamento interiore; così il cuore ritorna, presto o tardi, alle cose che erano stato abbandonate.

Il vero credente è invece “sfuggito” alla corruzione una volta per sempre al momento della conversione, quando è nato di nuovo.  Ma da quel momento dovrà esserci un progresso, uno sviluppo, cioè la realizzazione pratica di questa realtà; infatti nella sua 2° Lettera Pietro scrive ancora: “Aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l’autocontrollo; all’autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l’affetto fraterno; e all’affetto fraterno l’amore” (1:5-7)

Chiediamo al Signore l’aiuto per crescere e progredire spiritualmente!

“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2)

“a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente” (Efesini 4:23)


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