Cosa significa per noi seguire il Signore? – 04 giugno

“Il giorno seguente Gesù... trovò Filippo, e gli disse: Seguimi.” (Giovanni 1:43)
“E, passando, vide Levi, figlio d’Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo seguì.” (Marco 2:14)

I discepoli avevano scelto di dire “sì” al Signore che li chiamava e lo avevano seguito. Ma cosa può significare per noi oggi “seguire il Signore”? Loro sono vissuti per più di tre anni al suo fianco; sono stati con Lui giorno e notte per la strada della Palestina, con Lui sul monte, nelle città e nei villaggi, con Lui sulle rive del mare e in mezzo al mare...

Seguire il Signore era per loro un fatto concreto. E quando Lui li ha lasciati per salire in cielo, dopo la rissurrezione, hanno forse smesso di seguirLo? Assolutamente no. Nel loro modo di predicare e di comportarsi la gente vedeva chiaramente che “erano stati con Gesù” (Atti 4:13) e che con Gesù erano rimasti. Per seguire il Signore bisogna amarLo, e per amarLo bisogna conoscerLo. Più lo conosciamo, più gli daremo fiducia e agiremo come Lui vuole, rinunciando con gioia a noi stessi.

Noi credenti seguiamo il Signore quando nella nostra vita ci impegniamo a imitare Lui, la sua grazia, la sua coerenza, la sua onestà morale, la sua dedizione al Padre; quando, come ha fatto Lui, compiamo l’opera che il Padre ci ha affidato che è quella di far conoscere al mondo la sua grazia e il valore eterno della croce di Cristo. Mettere i nostri piedi nelle orme di Gesù è il nostro dovere e il nostro alto privilegio! Sebbene la “distanza” fra il Signore e noi sia grandissima, essendo la sua perfezione irraggiungibile, abbiamo ugualmente la gioia di seguirLo da vicino, come le pecore seguono il pastore che va davanti a loro; e questo richiede, come sempre, comunione e preghiera.


(Tratto da “1200 giorni con Gesù”)


Il Buon Seme 2012
Il Messaggero Cristiano
www.messaggerocristiano.it

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