MILANO - Nicola Legrottaglie, durante la conferenza stampa di presentazione del suo nuovo libro "L'amore vince tutto", ha svelato il retroscena che l'ha portato al Milan. [...] Ecco il lungo resoconto dell'esperto centrale:
«Volevo andare in America o a Londra, fare un'esperienza diversa per la lingua e per la carriera. Il mio procuratore mi ha chiamato e mi ha detto che all'estero cercano solo giocatori giovani. Gli ho risposto che lui è il mio procuratore terreno ma c'è un altro procuratore molto più grande che può fare qualsiasi cosa.
Mi chiama il Cesena che mi tratta benissimo e devo ringraziarlo perchè mi ha preparato un tappeto rosso. Ero indeciso ma non ero tranquillo, perchè volevo andare all'estero, così ho iniziato a pregare, affidandomi a Dio e alla sua volontà. Entro il giovedì alle 12 dovevo dare una risposta al Cesena. La sera prima ho pregato e ho detto a Dio che doveva fare qualcosa di grande, in modo che tutti possano vedere che io ho creduto ad un Dio vero. Sono entrato nello spogliatoio dopo l'allenamento del giovedì e ho letto un messaggio di una persona che non sapeva nulla della mia situazione. Dio gli aveva fatto sentire che io avrei dovuto aspettare e avrebbe poi dato una risposta alla mia preghiera.
Mi sono fidato e ho aspettato. Ho chiamato il procuratore e gli ho fatto sapere che non firmavo, dicendogli di prolungare e prendere tempo. Lui mi ha dato del pazzo perchè era un'offerta molto vantaggiosa con due anni di contratto in più. Gli ho detto che i soldi non mi interessano perchè io vivo per fare la volontà di Dio. Il venerdì sera, ad una riunione con dei miei amici, abbiamo pregato e al termine della preghiera mi sono arrivati due sms: uno dalla mamma di Kakà e uno da una ragazza di Roma, entrambe non sapevano nulla ed era lo stesso messaggio. Un caso? Non credo nel caso, sono convinto che Dio mi stesse guidando. Apro la Bibbia, leggo questo passo e Dio mi diceva: "Non pensare più alle cose vecchie, io sto per fare una cosa nuova e farò una strada nel deserto". Quando ho letto "una strada nel deserto" ho capito che Dio stava facendo qualcosa di grande, perchè quando Dio fa le cose non divide mai la gloria con gli uomini, perchè è lui che la fa. Mi ha chiamato il mio procuratore e io gli ho detto che se il Cesena accettava tutte le mie condizioni, con la possibilità di dire sì o no fino al lunedì, sarei andato a Cesena, al contrario Dio prima o poi avrebbe fatto qualcosa.
Sabato sono andato in ritiro con la Juve, la domenica mattina sono entrato in camera dopo colazione, ho iniziato a leggere la Bibbia e Dio mi ha parlato di giustizia. Dio è giusto, fa le cose giuste, perchè quando tu dai qualcosa a lui, lui ti da, per forza, e a volte va oltre alla nostra immaginazione. Dopo tre minuti mi ha chiamato il Dottor Galliani: il Milan, proprio il Milan per me milanista dalla nascita, mio padre stramilanista... Solo lui poteva farlo, per me è stata una risposta incredibile da parte di Dio. In quel momento avrei voluto aprire la porta dell'albergo, le finestre e avrei voluto avere un megafono e gridarlo nel ritiro della Juve. Voglio testimoniare sempre del mio Dio, perchè c'è ed è concreto».
di: Matteo Calcagni
da: Milan News
data: 25 marzo 2011
“l’uomo che irrigidisce il collo quando è ripreso, sará improvvisamente spezzato senza alcun rimedio. “
(Proverbi 29:1)
Alcune persone hanno l’idea sbagliata che, quando arriva loro la guida dello Spirito Santo, possono ignorarla anche per un istante se lo vogliono, e poi obbedirGli più tardi in un momento migliore per loro. Pensano tra sè e sè: “So che ciò che stao facendo é sbagliato. So che il mio stile di vita non è correto, ma non lo farò ancora per molto. Poi sistemerò le cose con il Signore”.
Lascia che ti avverta, questa è una cosa estremamente pericolosa da fare. Perché Dio dice che quando rifiuti la Sua guida, il tuo cuore diventa duro. Non è che la Grazia di Dio non si estenda più a te. Non è che Dio non ti perdonerebbe de Gli voltassi le spalle. È solo che quel peccato renderà il tuo cuore insensibilie al punto che non sarai più capace di sentirLo chiamarti.
Questo è ciò che è accaduto ao figli d’Israele. Dio disse loro cosa fare ed essi non lo fecero. Quando Dio stava cercando di portarli nella Terra Promessa e disse loro di andare lì ed impossessarsene, essi rifiutarono nettamente.
Di certo, pensavano di avere delle buoni ragioni per rifiutare. Erano così pieni di paura e di scetticismo che pensarono effetivamente che se avessero fatto ciò che Dio gli disse, sarebbero stati distrutti. Ma sai, nin importa quanto buone siano le tue raagioni per disobbedire a Dio. Continuerà ad indurire il tuo cuore.
I figli d’Israele ignorarono la guida di Dio così spesso che Egli alla fine li mandò nel deserto. Erano di così dura cervice che Dio non poteva condurli alle benedizioni che aveva pianificato per loro, e li aveva lasciati vagare finché tutti, tranne due, morirono uno dietro l’altro. Egli doveva risollevare una nuova intera generazione di persone dal cuore più morbido prima che la potesse portare nella terra.
Impara da questo e non scherzare con il peccato. Quando Dio ti dice cosa devi fare, non rinviarlo pensando che sarà più facile farlo più tardi. Non lo sará. Sarà più difficile!
Quando lo Spirito Santo di Dio viene a corregerti, segui le sua istruzioni – e seguile velocemente. Conserva il tuo cuore tenero. Obbedisci al Signore!
LETTURA BIBLICA: Nehemia 9:6-37
(Di Fede in Fede – Una Guida Cotidiana Verso la Vittoria di Kenneth e Gloria Copeland)
PS: Questa musica dice "Insieme camminiamo, l'amore di Gesù ci ha fatto unirci"
"Con mani nelle mani si può ottenere molto più di quanto l'uomo abbia mai visto"
“finché tutti siamo arrivati all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato d'uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; “ (Effesini 4:13)
Se sai come ascoltare la voce di Dio, puoi sentirLo chiamare attraverso il Corpo di Cristo oggi. Egli sta chiedendo l’unità. Ci sta chiamando ad abbandonare i nostri disaccordi e a unirci insieme nella preparazione per il ritorno di Gesù.
Solo il pensiero di ciò spaventa alcuni credenti. “Come posso essere unito con qualcuno di un’altra denominazione?” , dicono. “Non ho intenzione di rinunciare alle mie dottrine e di essere d’accordo con le loro solo per amore dell’unità!”
Ciò di cui non si rendono conto è questo: l’unità scritturale non è basata sulla dottrina.
I venti di dottrina, secondo Efesini 4:14, sono infantili. I venti di dottrina non unificano. Dividono e sospingono le persone in ogni direzione. La Parola non ci dice niente riguardo al pervenire all’unità delle nostre dottrine. Dice che giungeremo all’unità della fede.
Nel passato non siamo riusciti a capire questo e abbiamo cercato in qualsisasi modo di pretendere l’unità dottrinale gli uni dagli altri.
“Se non sei d’accordo con me sulla questione delle lingue”, abbiamo detto, “o sulla durata dell’estasi... o sull’esatta profondità delle acque battesimali non ti acceterò come un fratello nel Signore. Romperò il rapporto con te.”
Ma questo non è il modo di Dio di fare le cose. Egli non ha una lunga lista di richieste dottrinale che noi dobbiamo soddisfare. Le sua richieste sono semplici. 1 Giovanni 3:23 ci dice quali sono:
credere nel Nome di Suo Figlio, Gesù Cristo, e amarci gli uni gli altri.
Una volta che tu ed io arriviamo al punto in cui osserviamo queste richieste e smettiamo di preoccuparci del resto, saremo capaci di dimenticare i nostri battibecchi confessionali e di camminare insieme nell’unità della fede. Cresceremo così fortemente uniti che i venti di dottrina non riusciranno a separarci.
Quando ciò accadrá, il diavolo andrà nel panico perchè l’unità della fede del popolo di Dio è una cosa sbalorditiva. È la cosa più ilimitata e potente sulla terra.
Proprio adesso, in tutto il mondo, lo Spirito sta chiamando la Chiesa del Dio vivente ad unirsi. AscoltaLo ed ubbidisci, e potrai essere parte di una delle azioni di Diù più splendide che il mondo abbia mai visto.
LETTURA BIBLICA: Salmo 132:13-18; 133
(Di Fede in Fede – Una Guida Cotidiana Verso la Vittoria di Kenneth e Gloria Copeland)
La maggior parte dei credenti non sa nulla riguardo alla vera umiltà. Se gli dici che sono la giustizia di Dio, combatteranno per trattenersi dal crederci. Gli puoi dare i riferimenti alle scritture per dimostrarlo, ed essi discuteranno ancora.
“Oh no,” diranno, “io non sono giusto . Sono solo un vecchio peccatore salvato per grazia”. Stanno facendo uno sforzo sincero ad essere umili. Ma sinceramente stanno sbagliando. Hanno così paura di essere esaltati per orgoglio che permettono a Satana di ingannarli, facendoli cadere proprio dentro.
Lascia che ti mostri cosa intendo. Secondo 1 Pietro 5:5-6 ("Parimente, voi più giovani, siate soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi d'umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli v'innalzi a suo tempo"), essere veramente umili significa sottomettersi a Dio. Ciò significa che, quando Dio dice qualcosa, ci credi, non importa quanto possa essere estraneo al tuo pensiero “religioso”.
Quando Egli dice che sei stato reso la giustizia di Dio in Cristo Gesù, anche tu dillo. Infatti, non oseresti dire nient’altro, perché fare ciò significherebe osare essere in disaccordo con Dio. E, quando ti abbassi a fare questo, quella è la forma estrema dell’orgoglio, non é vero?
Non permettere a Satana di tenerti a strisciare nella polvere della falsa umiltà. Sii d’accordo con Dio. Scopri cosa dice la Sua Parola su di te, poi sii abbastanza audace da dirlo a te stesso. Esilia l’orgoglio sottomettendolo alla Sua verità. Rivestiti della vera umiltà. È sicuro che figura bene su di te.
LETTURA BIBLICA: 1 Pietro 5:5-11
(Di Fede in Fede – Una Guida Cotidiana Verso la Vittoria di Kenneth e Gloria Copeland)
Editoriale del 16/3/2011, 12:30 - www.evangelici.net
Per ventura o per scelta viviamo in Italia, e dovremmo esserne grati. Non è questione di nazionalismo né di sentimentalismo. E nemmeno di politica.
150 anni non si possono riassumere in poche battute, e risulta fuorviante - come qualcuno ha tentato di suggerire - volervi leggere una storia fatta solo di momenti di gloria o, sull'altro fronte, esclusivamente di misfatti. Come tutti i Paesi al mondo, anche l'Italia ha avuto i suoi eroi e i suoi furfanti, in ogni epoca ha saputo dare il meglio e il peggio di sé, in base alle convinzioni, alle motivazioni, ai riferimenti morali di chi l'ha vagheggiata, vissuta, rappresentata.
Al di là delle cartoline, tuttavia, esistono ragionevoli motivi per essere grati di vivere qui e ora. Un privilegio per il quale molti, anche in queste ore, rischiano la vita su rotte precarie, ma che spesso noi sottovalutiamo, concentrati come siamo sulle polemiche di giornata.
Sì, è un privilegio. Viaggiare, conoscere, studiare, intraprendere. Concorrere alla vita politica del Paese. Informarsi e informare. Manifestare. Vivere ed esprimere liberamente la propria fede.
Un privilegio che si chiama libertà, per il quale qualcuno ha combattuto. Qualcuno ha sofferto. E qualcuno ha pagato anche con il sangue.
Questi 150 anni di storia d'Italia si intrecciano, inevitabilmente, anche con la storia del movimento evangelico. E se tanti evangelici in questi 150 anni hanno preferito starsene in disparte, vivendo una vita di fede separata e quasi indifferente a ciò che accadeva attorno a loro, molti altri hanno contribuito a rendere l'Italia quello che è oggi.
E se quello che l'Italia è oggi ci pare ancora poco, dipende anche da noi: solo che, anziché imputarlo a chi ci ha investito del suo meglio per renderla tale, forse dovremmo chiederne conto all'indifferenza di coloro che - centocinquanta anni fa, cento anni fa, cinquant'anni fa, venticinque anni fa: ogni generazione ha le sue responsabilità - hanno preferito astrarsi dal "mondo", concentrandosi su dotte disfide teologiche, lasciando campo libero a una degenerazione morale e a un vuoto etico di cui, oggi, paghiamo le conseguenze.
Forse, anziché ritirarci nella nostra aurea solitudine in attesa di tempi migliori, avremmo dovuto comprendere - un secolo e mezzo fa, cent'anni fa, due generazioni fa, l'altroieri - che i tempi migliori non nascono per caso. Forse avremmo dovuto alzare la voce con chiarezza, prima che il fango travolgesse ogni cosa. Forse avremmo dovuto essere più presenti: con l'azione, ma anche con la preghiera. Preghiera per le autorità, per la nazione, per il popolo: la Bibbia, in fatto di spunti per una preghiera mirata e specifica, ci offre l'imbarazzo della scelta.
Eppure, al di là delle amare considerazioni d'attualità, della crisi economica e delle fosche nubi nucleari, poter vivere qui e oggi resta un privilegio. Che, forse, l'ingratitudine e la poca lungimiranza dell'uomo moderno non ci permettono di cogliere, ma che ben saprebbero cogliere i nostri fratelli nordcoreani, iraniani, somali, maldiviani.
E allora, davvero, non possiamo non ringraziare Dio per quello che questi 150 anni hanno rappresentato. E, per il futuro, non possiamo non invocare la sua benedizione.
Sì, Dio benedica l'Italia e gli italiani: un popolo complicato e speciale, difficile e sorprendente, sconsolante e spettacolare, fanalino di coda e secondo a nessuno.
Dio benedica l'Italia. Ma noi, facendo tesoro delle esperienze passate tentiamo di non dimenticare che, almeno in parte, il futuro del Paese dipenderà anche da noi: dalla nostra preghiera, dal nostro esempio, dal nostro impegno.
Per i prossimi 150 anni, prendiamo sul serio questa sfida.
Troppo spesso chiediamo a Dio di riparare ai problemi attorno a noi, quando ciò che Egli in realtà vuole fare è risolvere il problema dentro di noi. L’ho fattto da me per anni per quanto riguardava il mio peso. Ho pregato e pregato affinché Dio mi autasse a perdere peso. Certo ho sperimentato ripetuti fallimenti. Persi letteralmente decine di chili solo per riacquistali di nuovo.
Alla fine un giorno presi una decisione ferma. Disse a Dio “Non muoverò un passo di più finché non scopro ciò che devo fare al riguardo!” Poi digiunai, mi ritirai da chiunque, ed ero determinato ad ascoltare Dio.
Durante quel digiuno il Signore rivelò la vera origine del mio problema. Mi mostrò che volevo perdere peso, ma non volevo cambiare definitivamente le mie abitudini alimentari. Ero come un alcolista che vuol essere capace di bere constantemente e di non esserne dipendente.
Volevo mangiare nove volte ao giorno e continuare a pesare 75 chili!
All’improvviso mi resi contoche Dio non era soddifatto semplicemente di liberarmi dei chili in più esterni a me – Egli voleva liberarmi del peccato di gola dentro di me. Perciò mi pentii di quel peccato proprio allora e lì (fu in quel momento che me resi conto di quanto fosse difficile per un uomo che beve affrontare il fatto che è un acolizzato; è dura ammettere una cosa del genere). Poi, invece di chiedere a Dio di liberarmi dedal mio problema del peso, Gli chiesi di liberarmi del mio probema del cibo.
E difatti lo fece.
Se le tue preghiere non sembrano cambiare i problemi intorno a te, forse è il momento di darti un’occhiata dentro. Forse è il momento di chiedere a Dio di andare a operare direttamente ao nocciolo della questione.
LETTURA BIBLICA: Salmo 139:1-10;23-24
(Di Fede in Fede – Una Guida Cotidiana Verso la Vittoria di Kenneth e Gloria Copeland)
Siamo arrivati alla nostra 5a settimana della Campagna "Porte Aperte"
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Versetto della settimana:
"Io camminerò davanti a te, e appianerò i luoghi impervi; frantumerò le porte di bronzo, spezzerò le sbarre di ferro" (Isaia 45:2)